La libreria di Ilda

Buongiorno amici,

A Marzo alla festa del libro, come vi ho detto, ho acquistato tre libri. Ben sapendo che non mi sarebbe stato possibile andare a vedere un film o uno spettacolo teatrale, ma essendo interessata all’argomento “Seconda guerra mondiale – nazismo” ho fra l’altro scelto Monument’s Men di Robert Edsel che mi ha dato un ottimo quadro sui “saccheggi e conseguenti bottini di guerra” attuati dai nazisti specialmente in Polonia e in Francia.

Edsel

Robert Edsel è uno scrittore e uomo d’affari americano nato nel 1956. In una intervista data a Panorama nel 2005 racconta che avendo realizzato una certa cifra dalla vendita di una sua ditta che operava in campo petrolifero, si è trasferito in Europa prima a Roma e Parigi poi definitivamente a Firenze dove, guardando la meraviglia del Ponte Vecchio, gli venne in mente di indagare come fosse stato possibile che i nazisti che avevano minato tutti i ponti fiorentini avessero salvato solo quello. Le sue ricerche lo portarono a fare conoscenza con i Monuments Men, ovvero soldati che facevano parte di una task force particolare che operò in Europa durante la seconda guerra mnondiale, appositamente voluta dal Presidente americano F.D. Roosvelt che il 17 marzo 1941 dichiarò . “…le opere d’arte .. sono i simboli dello spirito umano e del mondo creato dalla libertà dello spirito umano….” contrariamente al pensiero di Hitler, riaffermato anche da Goering, il 6 Agosto del 1942 sceondo il quale: “…una volta si chiamava saccheggio…oggi le cose devono avere un aspetto più umano (come se nelle opere del nazismo si potesse riscontrare alcunché di umano ndr). A onta di ciò io intendo saccheggiare e ..in maniera totale”.

Come vediamo si partiva da due principi perfettamente opposti.

Edsel si mise alla ricerca di chi aveva aderito all’invito del Presidente Roosevelt e per meglio riuscirci ha dedicato una fondazione ai soldati della “Monuments Men for preservation of Arts”, MFAA, e alla loro opera di ritrovamento in Europa di tanti capolavori.

Il libro mi è piaciuto molto perché ha acceso i riflettori su una parte della guerra che non conoscevo e, avendo sposato poi un tedesco, ho riflettuto e letto molti libri su quel periodo. Conoscevo quindi bene le malefatte e gli orrori perpetrati dai nazisti, specie nei confonti degli ebrei e degli oppositori politici, la loro teoria sulla superiorità della razza ariana e l’idea di Hitler che i popoli da lui considerati inferiori dovevano essere schiavizzati a vantaggio dei tedeschi… ma tutto ciò più dal punto di vista umano che artistico…

Per essere precisi sapevo che Hitler era un folle, che l’umanità è avida e corrotta ma non potevo mai immaginare che sarebbero arrivati a tanto: ad esempio a creare nel fondo di una miniera di sale un apposito locale dove tenere, oltre ad altri cimeli testimoni della grandezza del passato tedesco, moltissime opere d’arte, difese dal nemico mediante bombe da far saltare al momento opportuno; oppure ad affittare interi treni dalla Francia alla Germania per asportare di tutto, opere d’arte e gioelli requuisiti alle collezioni di ebrei e ai Musei ma anche utensili di cucina e masserizie.

I paesi che più soffrirono delle razzie furono la Polonia, la Francia e l’Olanda. In Italia, paese prima alletao e poi nemico, non ebbero tanto tempo a disposizione e comunque anche da noi operarono dei Monument Men di cui eventualmente vi parlerò in seguito.

Dobbiamo quindi essere molto grati ai Monument Men, a fra questi inserisco anche l’autore degli studi e del librodi cui stiamo parlando, che ha fatto opera meritoria rammentando gli eventi e la storia di quel periodo ai tanti che ormai considerano l’accaduto cosa antica e finita, mentre i casi dell’Irak e della Siria stanno a dimostrare esattamente il contrario, perché fondamentalmente l’umanità non è poi così cambiata, per quanto riuscirono a recuperare e a restituire agli antichi proprietari a rischio della propria vita. Due persone infatti morirono nel corso di queste operazioni.

Il libro di Edsel si legge molto bene perché è specifico e preciso ma senza annoiare, ci presenta dei percorsi facili da seguire che risvegliano l’interesse. Se non è possibile seguire il film, come nel mio caso, un libro rimane sempre una bellissima fonte di informazione.

Mo Men

Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura.

Un pensiero su “La libreria di Ilda

  1. manuela precht

    bella presentazione…mi fai venire voglia di vedere il film! Chissà se è ancora in circolazione e se farò in tempo a vederlo? Spero proprio di sì! Manuela

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