Cartografia e Cartografi

Charles Hapgood Charles Hapgood

Piri Reis – Ultima parte

Gli scienziati ortodossi non presero neanche in considerazione questi nuovi dati decidendo che la carta su cui si era basato Piri Reis non poteva decisamente essere quella di Cristoforo Colombo! Probabilmente solo perché accettare per vero questo dato avrebbe rimesso in discussione teorie universalmente riconosciute sulla storia dell’umanità e sulla sua evoluzione.

Difficile se non impossibile per loro accettare anche solo l’ipotesi che sia esistita sulla terra circa 6000/10.000 anni fa una brillante e progredita civiltà spazzata via da un qualche cataclisma improvviso e rovinoso come ad esempio un forte terremoto o lo scioglimento dei ghiacciai e che, successivamente a questo terribile evento, i pochi esseri umani sopravvissuti si siano ritrovati senza il supporto delle antiche conoscenze a dover ricominciare tutto da capo; e ancora che forse qualche raro scienziato che si era salvato si sia spinto nel mondo, nelle parti rimaste sopra il livello dei mari, improvvisamente elevatisi, per insegnare a coloro rimasti in vita magari regrediti ai cosiddetti livelli preistorici le regole basilari della civiltà e della cultura.  Non solo ma anche che la popolazione li considerasse “dei”(conoscevano tante più cose di loro) e come tali li adorassero.

Questa teoria, ovvero che si trattasse di esseri divini, fu sostenuta e portata all’estremo da uno scienziato e scrittore inglese, Alan F. Alford (il mistero della genesi delle antiche civiltà), che seguì le teorie di Zechariah Sitchin (Scrittore azero e archeoscienziato 1920 – 2010) che interpretando il mito della creazione dei sumeri,  afferma appunto che le loro divinità erano esseri umani venuti dalle stelle, probabilmente dal pianeta Nibiru (racconto babilonese, relativo al12° pianeta del sistema solare con un periodo di rivoluzione di circa 3600 anni) e che avevano creato gli uomini a loro immagine come servitori….

Ho studiato anche io il mito sumero e appunto sempre un mito è sembrato essere, atto a giustificare la presenza umana sulla terra e a rassicurare l’umanità, quindi non credo che gli dei si aggirassero sulla terra in carne e ossa, anche se questa teoria è riportata nell’elenco egizio dei re dello storico Manetone, e nelle liste reali dei Sumeri che affermavano che i loro stessi re fossero all’inizio dei tempi dei o semidei.

Do più credito a un’altra teoria ovvero la presenza in quelli che consideriamo gli albori della civiltà attuale di rappresentanti di una precedente antica civiltà globale molto evoluta e scampata a un cataclisma di enorme proporzioni. Ovviamente questa teoria non risolve il problema della vita sulla terra che forse può veramente essere attribuita alla collisione con un altro pianeta, se non vogliamo credere alla teoria creazionista o ancora a quella darwiniana.

Per una serie di motivi ad ogni modo le carte di Piri Reis che, così come ci sono pervenute sicuramente dimostrano che l’autore ha attinto a nozioni e informazioni che non potevano essere note alla sua epoca, fecero degli strani giri. Nel 1956 furono offerte in visione ad un valente cartografo statunitense, M. Walters, dell’Ufficio idrografico della Marina, che la trasmise ad un etnografo, appassionato di cartografia antica, il cap. Arlington H. Mallery. Egli Aveva già studiato le carte vichinghe dell’America Settentrionale e della Groenlandia e capì subito che la parte meridionale della carta di Piri Reis rappresentava isole e baie della costa antartica, in quel periodo ricoperta di ghiaccio, e che quindi i dati riportati dovevano essere stati rilevati anteriormente alla comparsa dei ghiacci e quindi in un periodo in cui l’Antartide era accessibile all’uomo.

Ovviamente gli scienziati tradizionali, chiusi nella torre d’avorio delle loro certezze non diedero fiducia alle conclusioni cui Mallery era giunto. Solo due persone lo presero sul serio, il sismologo Daniel Linehan (gesuita  direttore osservatorio Weston del Boston College) e Padre Hayden (osservatorio dell’Università di Georgetown) che spinsero Charles Hapgood (1904 – 1982) geografo e geologo, Professore di Storia delle Scienze al Keene State College dell’Università del New Hampshire, ad approfondire gli studi su quella che fu definita, ovviamente dagli scienziati tradizionali, “la più scandalosa ipotesi cartografica e storica del suo tempo”.

Il Prof. Hapgood è stato tenuto per molto tempo ai margini della comunità scientifica. Solo a partire dai tardi anni del 1970 le sue idee sono state riprese in considerazione e rese note da un gruppo di studiosi indipendenti come Graham Hancock (cfr. “Civiltà sommerse”), Colin Wilson, Rand Flem-Ath, John Anton Weston. Hapgood propose una teoria secondo la quale gli assi terrestri avrebbero subito cambiamenti durante le ere geologiche.

Va considerato che altri riscontri sull’esistenza di antiche civiltà sono state ritrovati su carte dell’Estremo Oriente e dell’Oceano. Il portoghese Jorge Reinel che partecipò con il padre Pedro alla stesura dell’Atlante Miller nel 1519 presenta ad esempio il primo tratto dei contorni di un’isola immensa dove ora esiste l’Australia che alla sua epoca era completamente sconosciuta. La sua carta atlantica del 1504 fu il primo portolano a riportare l’indicazione della latitudine e ora è conservata alla Bayerische Staatsbibkliothek.

Inoltre lo studio approfondito della mappa cinese di Yu Chifu, incisa su pietra nel 1137 (ma si suppone che sia ancora più antica) conferma l’esattezza delle conclusione di Hapgood e dà modo di verificare l’ipotesi di Mallery che scrisse “essa fornisce la prova dell’esistenza in epoche remotissime, di una civiltà mondiale i cui cartografi hanno virtualmente steso i contorni di tutto il globo a un livello tecnologico uniforme con gli stessi metodi, le stesse conoscenze matematiche e probabil,mente gli stessi strumenti”.

Vi ringrazio per l’attenzione,

 

 

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